“(…) in questi tempi di corpi virtuali, abitare uno spazio di ricerca - sia esso una classe, un archivio, una biblioteca, una pagina, una stanza per sé - significa assumersi la responsabilità della convivenza con le altre e con gli altri, in questo o in quel tempo, raccontando una storia in cui la tenerezza, la compassione, la mitezza, la riconoscenza, la solidarietà, la cura, non siano virtualizzabili; e il potere sia nominato per quello che è, senza infingimenti: all'origine e sempre, dominio sui corpi, recisione delle loro possibilità di scelta, annichilimento della speranza, morte della politica come pratica civile.”
Emma Baeri